Giovanna Spanu - Piccola Comunità Apostolica

Testimonianze


Tutto era Amore


Andavo a trovarla, di solito, al mattino in parrocchia. Lei era sempre lì... quella era la sua casa. Quando arrivavo, qualunque cosa stesse facendo si fermava, ci sedevamo sul divano e parlavamo... o meglio: io parlavo e lei mi ascoltava. Non ho mai avuto l'impressione che avesse fretta o che non avesse tempo per me...

Aveva un temperamento ardente, appassionato e una forte personalità. Era una donna simpatica, cha amava ridere e scherzare... Era un tipo entusiasta tanto che non riuscivo mai a capire se una cosa le piacesse sul serio o se la facesse solo per amore. Il suo entusiasmo traspariva anche da come stava a Messa. Quello, per lei, era il momento più bello della giornata; fissava l'altare con uno sguardo pieno di amore, ascoltava l'omelia "bevendo" e gustando ogni parola.

Mi parlava dei suoi "segreti", di come lei cercava di amare Gesù:
"Bisbigliare con Dio, sempre. Qualunque cosa si stia facendo. Se mi lavo, mi lavo con te Gesù... se mangio, mangio con te Gesù... se cammino, cammino con te Gesù... se mi pettino, mi pettino per te Gesù, perché voglio farmi bella per te".

Ricordo che una volta ero con lei in canonica e stavamo scendendo in Cappella per andare a pregare. Lei andò in bagno e si pettinò. Uscendo mi disse:
"Bisogna farsi belle quando si va davanti a Gesù!".

Aveva una cura e un'attenzione meravigliosa ai "particolari": per lei tutto era segno di Amore.

La Gio amava appassionatamente chi le era accanto. Bastava un "Come stai?" perché il cuore di chi le stava davanti si aprisse come un libro... Per ognuno sapeva avere delle attenzioni fatte su misura. Non perdeva occasione per "curare" il gregge che le era affidato, cioè noi. E noi lo avvertivamo. Diceva che voleva farci venire voglia di santità, di rapporti santi, di una vita santa... di matrimoni santi... Per questo pregava, stava in ginocchio... Aveva un solo desiderio: che ci innamorassimo di Gesù! Diceva che lei doveva parlare di Gesù alle anime e che: "se tra noi non ci mettiamo Gesù, non c'è niente!".

Il suo essere schivo e riservato non le impediva però di raccontare le meraviglie che il Signore operava nella sua vita... Pur parlando di sé, il centro del suo discorso era Gesù...
"Gesù mi ha fatto capire che..." ... "Gesù mi ha suggerito di..."... "Gesù ha permesso che...
"Gesù, Gesù... quante volte ho sentito ripetere questo nome da lei! In momenti di confidenza, a mo' di invocazione, qualche volta si lasciava scappare un "Gesuino!!"...

Nei momenti di difficoltà durante la malattia, quando era prostrata anche spiritualmente, l'unico sollievo, l'unico ristoro erano le visite del "suo parroco". C'è stato un periodo in cui la Gio soffriva terribilmente e, una sera, tra le lacrime, a noi della sua famiglia, aveva detto:
"Aiutatemi a dire di si a Gesù, perché non ce la faccio!"...
Il giorno dopo il suo padre spirituale venne a trovarla nel pomeriggio. A sera tornando a casa, mi chiedevo in quali condizioni avrei trovato la Gio... Entrai, la vidi stesa sul divano, con lo sguardo luminoso di sempre e con la voce squillante:
"È venuto a trovarmi il mio parroco! Mi ha ridetto il significato della mia sofferenza, mi ha detto che questi dolori non sono per la morte ma per la vita... Sono i dolori del parto... e che, non so dove, non so chi, ma sto generando..".
Era rinata!



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