La
Piccola Comunità Apostolica non è formata solo da persone consacrate a Dio nella verginità, ma da chiunque scopra di essere chiamato a far parte della famiglia del pastore: giovani, sposati, donne nubili o vedove. Formiamo una piccola comunità (siamo piccoli in tutti i sensi, anche numerico) di circa una trentina di persone. Dobbiamo il nostro nome ad un'affermazione del
Card. Tonini che, tempo fa, ad un'assemblea di sacerdoti di Parma, aveva posto questa domanda: "
Da chi cominciare a rinnovare la pastorale parrocchiale?". Qualcuno aveva proposto di cominciare dai giovani, altri dalle famiglie o dai sofferenti;
don Bruno aveva chiesto: “
E se cominciassimo… da chi ci sta?”. "
Magari" aveva risposto il cardinale "
ci fosse in ogni parrocchia una piccola comunità apostolica!". Dalla nostra nascita ad oggi a Parma si sono avvicendati quatto vescovi:
Mons. Pasini,
Mons. Cocchi,
Mons. Bonicelli e
Mons. Solmi. Su richiesta di Mons. Cocchi abbiamo scritto le Linee di spiritualità e lo Statuto, approvati poi da Mons. Bonicelli.
Ma prima dell'approvazione ufficiale, mediante decreto del 31 maggio 2005, ci ha confortati e sorretti il rapporto di amicizia e di paternità spirituale con
Mons. Bonicelli, da cui il 18 ottobre 2002 avevamo ricevuto una lettera in cui si legge: "
Pertanto, dopo aver preso visione dello Statuto e delle Linee di spiritualità, accolgo con gioia e riconoscenza questa Associazione" (
Associazione privata di fedeli cfr. Cod. di diritto canonico can. 299 §3).
In precedenza, durante uno dei loro numerosi colloqui,
Mons. Bonicelli aveva detto a Giovanna: "
Vi auguro di moltiplicarvi e di diventare un albero se questa è la volontà di Dio, ma se anche foste un fiore che al mattino nasce e alla sera appassisce, purché diate gloria a Dio". Il nostro modello è quello della primitiva comunità di Gerusalemme descritta negli Atti degli Apostoli: "
Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere". Proprio alla luce di queste parole ci sembra appropriato il paragone di Mons. Bonicelli tra noi e il fiore: anche se i componenti della primitiva comunità di Gerusalemme non ci sono più, i suoi semi si sono diffusi in tutto il mondo.